tag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post7421589161133468254..comments2023-06-03T06:23:09.480-07:00Comments on Sarò: Il DisgustoTarantolahttp://www.blogger.com/profile/17658842011862123084noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-19877949932502223552008-02-18T15:27:00.000-08:002008-02-18T15:27:00.000-08:00dopo questa bella lettura mi sento un vuoto allo s...dopo questa bella lettura mi sento un vuoto allo stomaco e mi è passata pure la fame!!!<BR/>FabryAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-80095844201917441102008-02-15T14:12:00.000-08:002008-02-15T14:12:00.000-08:00EVVIVA! EVVIVA! EVVIVA! Fabrizio è un tesoro: come...EVVIVA! EVVIVA! EVVIVA! Fabrizio è un tesoro: come reglo di San Valentino mi ha riportato l'hardd disk..."guarito"!<BR/>Graziegraziegraziegrazie! :')Tarantolahttps://www.blogger.com/profile/17658842011862123084noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-65028870048551636022008-02-12T03:54:00.000-08:002008-02-12T03:54:00.000-08:00CAPITOLO 2I loro primi incontri erano sembrati cos...CAPITOLO 2<BR/><BR/><BR/><BR/>I loro primi incontri erano sembrati così poetici: guardarsi e basta, intensamente, entrambi trasportati dalla musica del suo violino e senza mai parlarsi. Poi l’incantesimo si era rotto e con un banale pretesto erano usciti insieme, una mattina di un giorno qualsiasi di maggio e senza troppe cerimonie lui l’aveva portata a casa di suo padre momentaneamente assente, vale a dire una settimana o due in ospedale per problemi di alcolismo.<BR/>Si erano fermati in un’enoteca lungo la strada per comprare una bottiglia di vino novello, spaventosamente economica ed annacquata, dal sapore sgradevole: l’avevano vuotata insieme in quel minuscolo appartamento di un quartiere basso e malfamato, seduti al tavolino della cucina e circondati da ogni sorta di disordine, tra una distesa sconnessa di scatole e blister di medicine gettate alla rinfusa.<BR/>La finta di non voler andare nell’altra stanza, quella con il materasso per terra, non durò neanche il minuto necessario per renderla credibile: lui voleva solo stendersi accanto a lei e accarezzarle i capelli, così disse, e quando lei si rese conto che non stava mentendo ci rimase quasi male.<BR/>Sulle lenzuola stropicciate, di un colore verdastro scolorito che le ricordava quello dei sanitari di casa sua, decise di sbottonarsi il lungo vestito a camicione che indossava, fino a rimanere con dei microscopici slip rosa oscenamente trasparenti e un orribile reggiseno che si affrettò a lanciare in un angolo per terra.<BR/>La poca intraprendenza di lui la faceva sentire volgare e ignuda, l’odore di corpi che non conosceva entrava nelle sue narici attraverso le lenzuola a contatto con la sua pelle: cominciò a sentirsi fuori posto.<BR/>Lui avrebbe voluto assaporare quel momento con una romantica sacralità che la infastidiva: “finalmente guardo il tuo viso così da vicino”, le disse lui. “Facciamo quello che dobbiamo fare, quello per cui siamo qui, e poi togliti dai piedi, fai presto”, avrebbe voluto rispondergli lei.<BR/>Ci fu un solo bacio: le mani di lui non sfiorarono neppure quei seni striminziti che gli si offrivano così a buon mercato, poi si abbracciarono, entrambi spettinati come se avessero fatto quello per cui lei già si sentiva sporca. Un senso viscerale di disgusto le saliva dalle budella rimaste a digiuno e bagnate da quell’orribile vino: si convinse di stare poco bene.<BR/>Fu il giorno prima di quell’appuntamento che cominciò la sua nausea, all’inizio l’aveva presa per un semplice mal di stomaco causato da una cattiva digestione: trasportò le sue viscere in repulsione dal sonno della notte ai claustrofobici tunnel del metrò, fino a che tutto scomparve senza lasciare traccia, nel momento stesso in cui vide lui all’entrata della stazione di arrivo.<BR/>Col passare dei giorni diventò quasi normale: viveva in un perenne stato di nausea e conati di vomito tutto il giorno, ogni sorta di cibo la disgustava ed era incapace di ingurgitare un vero pasto. Quello stato di strana malattia veniva meno soltanto in presenza di lui, e in quelle ore l’emozione era tale che mangiare le riusciva comunque difficile.<BR/>Gli incontri fra di loro non diminuirono, e quasi ogni due o tre giorni lei ritornò in quel minuscolo appartamento per incontrarlo.<BR/>Fu in quello specchio scrostato e vecchio che provò disgusto per la prima volta del suo corpo ignudo, così banalmente offerto a quella squallida vista, senza alcun filtro che avrebbe reso quell’immagine di una sensuale bellezza.<BR/>"Ci avresti mai creduto?", le disse lui trasportato da uno slancio melenso stringendola davanti allo specchio…già, in altri tempi sarebbe stata lei, se non ad avere il coraggio di pronunciarla, almeno a pensare quella stupida frase scontata.<BR/>Eh sì, chi lo avrebbe mai detto? Solo la banalità. Perché mai allora aver desiderato di trovare un riflesso di stessa ingigantito nei tratti che di se stessa odiava, e che in più parlava a sproposito: era servito soltanto a mettersi consapevolmente davanti alla sua prevedibilità di cui si vergognava, e la infastidiva terribilmente aver scoperto che il suo riflesso al di là del vetro era una gran fregatura, aveva realizzato un sogno solo per rendersi conto di quanto fosse stupido, di quanto fosse stupida lei stessa addirittura raddoppiata.<BR/>Squallide storie di periferia, nient’altro che la banalità degli incontri segreti di due “amanti”…accidenti quanto le sembrava idiota un’espressione del genere: “amanti”…rimanere a casa a lavare i piatti aspettando suo marito le sembrava quasi meglio di quell’insignificante avventura. E allora perché diavolo si era cacciata in una simile situazione?<BR/>Da troppo tempo i suoi rapporti coniugali erano diventati grigi: suo marito arrivava a casa senza quasi neanche guardarla in faccia nel suo abitudinario “ciao”, durante la cena che lei si affannava a preparare con premura lo sguardo di lui rimaneva fisso sulla tv accesa su stupidissimi programmi, mentre infilzava alla cieca ciò che aveva nel piatto. La sera andavano a dormire senza quasi più sfiorarsi, e per lei ogni mattina quando si svegliava c’erano sempre e soltanto nuvole, fino a che non aveva cominciato a seguire in solitudine la musica dell’orchestra di quel teatrino di quartiere nel quale aveva lavorato poco più di un mese per risistemarne la contabilità.<BR/>Per sublimare la sua tristezza da esclusa, si soffermava durante e oltre le ore di lavoro per assistere alle prove di uno spettacolo con un mediocre gruppo di musicisti, sulle note di qualcosa che avrebbe dovuto essere sublime. Fu in quelle circostanze che le capitò di notare la chioma scompigliata e folta che tempestava sul violino solista con una verve musicale di rara passione e trasporto.<BR/>Quel modo di suonare le parve stranamente accattivante e sensuale, quel ragazzino del quale quasi non si riusciva a vedere il volto, ma che sprigionava una musica penetrante con un impeto che solleticava la sensibile libido frustrata di una donna come lei.Tarantolahttps://www.blogger.com/profile/17658842011862123084noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-61611673784416385252008-01-29T03:45:00.000-08:002008-01-29T03:45:00.000-08:00E tutto il resto del romanzo? é in coma, lotta tra...E tutto il resto del romanzo? é in coma, lotta tra la vita e la morte con poche speranze di riaprire gli occhi...Mi si è bruciato l'hard diiisk!!!! L'unico frammento che si è salvato dal vortice del nulla è questo capitolo...mi toccherà riscrivere tutto! Sigh!Tarantolahttps://www.blogger.com/profile/17658842011862123084noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-18827150513325798892008-01-22T00:22:00.000-08:002008-01-22T00:22:00.000-08:00Monumentale! Padre Frederick si rivolterebbe nella...Monumentale! Padre Frederick si rivolterebbe nella tomba...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-45996323431059505382008-01-14T13:34:00.000-08:002008-01-14T13:34:00.000-08:00amica mia, ce la farai...e noi qui a sostenerti!amica mia, ce la farai...e noi qui a sostenerti!Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-22827895457899021262008-01-11T08:19:00.000-08:002008-01-11T08:19:00.000-08:00ti voglio tanto BENE SARAMOREMIOti voglio tanto BENE SARAMOREMIOAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4807718317545404148.post-78146209671088778442008-01-11T06:52:00.000-08:002008-01-11T06:52:00.000-08:00Uno dei miei propositi per questo 2008 è di comple...Uno dei miei propositi per questo 2008 è di completare questo romanzo, "Il Disgusto", cominciato nel 2003. Quello citato nel post è il primo capitolo, la stesura è quasi ultimata ma...indugio, perdo tempo...spero che sia la volta buona!Tarantolahttps://www.blogger.com/profile/17658842011862123084noreply@blogger.com